L’evoluzione cinematografica secondo il web
Diversi siti e testate cinematografiche, come quella di Film Post, si interessano ormai da anni della mutazione di cui è protagonista il cinema. Nella sua evoluzione storica, la Settima Arte ha subito diversi cambiamenti, alcuni decisamente radicali. Alla fine degli anni Venti l’introduzione del sonoro ha comportato una vera e propria rivoluzione audiovisiva, che ha segnato indelebilmente il modo di fruizione del cinema. Negli anni Cinquanta si è assistito al declino del modello classico hollywoodiano, per dare invece spazio alla poetica degli autori, la quale ha lasciato totale libertà alla creatività e alla varietà d’espressione. Negli anni Duemila, però, si è messa in atto una rivoluzione ancora più incisiva, che ha segnato e continua a marcare non solo la fruizione dei lungometraggi, ma anche la loro distribuzione.
Con la nascita di Netflix, o meglio con la sua conversione a piattaforma streaming, il modo di guardare al cinema ha completamente cambiato forma. Oggi, infatti, non solo registi emergenti o in cerca di visibilità si rivolgono al colosso dello streaming, ma anche nomi importanti come Alfonso Cuaròn, Martin Scorsese e David Fincher. Diversi film originali Netflix hanno, negli anni precedenti, concorso in diversi circuiti cinematografici importantissimi, come gli Academy Awards, ottenendo anche alcuni preziosi riconoscimenti. Ma la vera rivoluzione non riguarda la distribuzione, bensì il luogo di visione.
Gioie e dolori delle piattaforme streaming
La comodità principale di una piattaforma streaming, come Netflix, Amazon Prime Video, Tim Vision e Apple TV, giusto per citarne alcune, consiste nel fatto che il contenuto desiderato si possa vedere tranquillamente in casa propria, alle proprie condizioni e con l’opportunità di mettere in pausa e riprendere la visione quando si vuole. La svolta, quindi, sta nello stare comodi a casa propria, sul divano o sul letto. L’utente, inoltre, così come in un cinema vero e proprio, è libero di scegliere tra una varietà di contenuti, che in una piattaforma streaming sono esponenzialmente maggiori. Essi, per di più, spaziano nel tempo, non dovendo essere necessariamente di ultima uscita.
I cambiamenti sono quindi tanti e radicali. Se da un lato per lo spettatore c’è il vantaggio di una comodità senza precedenti, dall’altro qualcuno grida al pericolo della morte del cinema. Cinema inteso nella sua accezione tradizionale, e forse più poetica, della sala buia, dei popcorn, della fila in biglietteria, dell’addetto che strappa il biglietto prima di indicare la sala giusta, del megaschermo e delle pubblicità prima dell’inizio del film prescelto. Ma non si tratta solo di un discorso legato alla nostalgia e ai bei vecchi tempi. Infatti la preoccupazione principale è quella di una direzione troppo legata al consumo di massa e alla vendita, che tralascerebbe la creatività e la parte artistica del cinema.
Netflix e Amazon Prime Video: la “salvezza” del cinema
Il discorso si complica ulteriormente se si fa riferimento a questo periodo storico, dove la pandemia di Covid19 ha forzato la chiusura di teatri e cinema. Nel corso del 2020, infatti, sono state drasticamente ridotte le uscite dei lungometraggi, mentre moltissimi altri sono stati rimandati a data da definirsi. L’unica via di fuga sembra quindi essere rappresentata dalle piattaforme streaming. L’alternativa sarebbe un disastroso arresto totale della produzione, che porterebbe intere categorie di lavoratori al fallimento. La situazione dei lavoratori dello spettacolo in tutto il mondo è già di per sé molto critica, per cui Netflix e Amazon Prime Video rappresenterebbero una forma di salvezza, per quanto labile.
Un appunto doveroso, tuttavia, va fatto. Non è assolutamente vero che i prodotti distribuiti, e in certi casi prodotti, da queste piattaforme siano necessariamente scadenti. Sono in periodico aumento, infatti, i lungometraggi originali Netflix, o di altri provider, che hanno lasciato gli spettatori estasiati per la loro incredibile qualità. Roma, The Irishman, I due Papi, Bird Box, Hell or High Water, Okja, Mudbound, La Ballata di Buster Scruggs e l’italianissimo Sulla mia pelle sono solo alcuni esempi di pellicole pluripremiate firmate da registi e sceneggiatori molto importanti che hanno il ‘bollino’ Originale Netflix. Per quanto riguarda invece Amazon Prime Video, sono meno i film originali, ma non meno importanti. Titoli come The Gentlemen, Uncle Frank, The Wall e Black Box non passano infatti inosservati agli occhi di critici e spettatori. Per non parlare dell’esclusiva su Borat II, uno dei film più attesi degli ultimi anni, e dei documentari sulla cresta dell’onda dedicati a due artisti italiani famosissimi in tutto il mondo, come Tiziano Ferro e Sfera Ebbasta. Oltre a Ferro e Famoso, è incluso con l’abbonamento Amazon Prime Video anche Mi chiamo Francesco Totti, dedicato all’idolo calcistico.
Conclusioni: come cambierà il cinema?
Tutto ciò detto e scritto finora è un tentativo di fare il punto della situazione riguardante la condizione del cinema di oggi. Protagonista di una vera e propria rivoluzione tecnologica e sociale, e quindi anche culturale, ha cambiato canali, forme e mezzi di espressione. Ciò che non cambia, però, è la qualità dei prodotti e la cura della promozione, sempre centrale per il raggiungimento di un discreto successo di pubblico. Anche la critica, tuttavia, ha iniziato a guardare con meno pregiudizio questi film, come dimostrano i tre Oscar vinti da Roma nel 2019, a fronte di dieci candidature totali. Anche The Irishman, nonostante zero statuette effettive, è stato protagonista degli Oscar 2020, ricevendo lo stesso numero di nomination. Sulla mia pelle, film inchiesta di Alessio Cremonini, risulta vincitore di quattro David di Donatello e di tre premi veneziani.
Forse i nostalgici hanno ragione ad essere preoccupati per il futuro delle sale cinematografiche, simbolo della vera passione cinematografica, oltre che della condivisione di un momento felice. Ma non bisogna nemmeno dimenticare che sono diversi i problemi legati alle sale: il costo troppo elevato del biglietto, lo stress per trovare un parcheggio e, di questi tempi, anche la possibilità di contrarre una terribile malattia. Insomma, comunque la si pensi, è innegabile che il progresso tecnologico ha condizionato anche il mondo del cinema, cambiando non solo il sistema di distribuzione dei vari prodotti, ma anche le abitudini intrinseche degli spettatori. Abitudini che strizzano l’occhio ai millennials e ai nativi digitali, ma che stanno coinvolgendo anche cinefili più anziani.